Nel momento in cui la disabilità irrompe nella vita di un individuo, le possibili ripercussioni possono essere molteplici, tanto per la persona con disabilità, quanto per i caregiver, ovvero coloro che se ne occupano e le stanno accanto (famiglia, partner, amici, etc.).
Che sia presente dalla nascita o che arrivi all’improvviso conseguentemente ad un evento traumatico, come una malattia o un incidente stradale, la disabilità può avere un impatto notevole su un piano concreto e su un piano psicologico.
Ansia, depressione, mancanza di autostima, frustrazione generata dalla non accettazione della propria condizione e del cambiamento fisico e di vita, difficoltà di comunicazione e comprensione con la propria famiglia e le persone care, problematiche sul piano relazionale e sociale più ampio, rabbia e angoscia per i limiti pratici privati e sociali, sono alcune tra le manifestazioni più frequenti per le persone con disabilità.
Paura, fatica fisica ed emotiva, tristezza, rabbia, senso di colpa, possono essere possibili vissuti delle persone che affiancano, spesso 24/24h, l’individuo con disabilità.
Cosa intendiamo per persone con disabilità psico-fisica?
In questo tentativo di macro raggruppamento proviamo ad includere quelle persone, consapevoli di non citarle tutte, affette da una disabilità fisica permanente o temporanea; che hanno una patologia degenerativa; che soffrono di malattie neuromuscolari; vittime di incidenti stradali o che, per altre cause naturali, vivono una ridotta mobilità e sono costrette ad una degenza casalinga forzata.
Parliamo inoltre di componente psichica interconnessa alla disabilità fisica, in quanto ci sembra impossibile una separazione tra mente e corpo e quindi tra vissuti fisici ed emotivi quando per cause terze ci si ritrova a fare i conti con difficoltà nelle autonomie, diminuzione della socialità, necessaria reclusione, cambiamenti di stili di vita, paure delle limitazioni sociali.
Cosa comporta la disabilità psico-fisica per l’individuo e per i caregiver?
La disabilità può rendere dipendenti sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psicologico.
Molte delle persone con disabilità si ritrovano a dover dipendere fisicamente da qualche familiare o dal/dalla partner, con cui si va ad instaurare un vero e proprio rapporto di dipendenza al punto tale di pensare impossibile poter vivere senza.
Il dipendere da un punto di vista pratico va poi ad intaccare anche il piano emotivo in un gioco di vissuti interconnessi tra la persona con disabilità ed i caregiver. Può succedere, infatti, che si crei un circolo vizioso in cui l’individuo disabile ha bisogno di cure ed assistenza costante e, allo stesso tempo, la persona che si occupa di lui sente il bisogno di curare ed assistere.
Al contempo, proprio questa modalità inter-dipendente può essere fautrice nel tempo di vissuti, da ambo le parti, tanto di frustrazione e rabbia verso l’altro e verso se stesso, quanto di paura di non saper più vivere senza la co-dipendenza appunto.
La persona con disabilità può trovarsi a fare i conti oltre che con dolori concreti anche con vissuti di inadeguatezza, impotenza, difficoltà di accettazione della propria condizione, paura di non farcela da solo e rabbia. Spesso, tali vissuti si manifestano attraverso atteggiamenti di blocco personale e chiusura ostile verso il mondo circostante, insieme all’eterna sensazione interna di sentirsi ‘diversi’ ed emarginati. Ci si sente non capiti nella propria sofferenza; si guarda all’altro con invidia nel pensare che abbia una vita più semplice e fortunata; oppure, con cinismo si vive in solitaria la propria battaglia.
La disabilità può essere vissuta come un fardello talmente pesante da rendere difficoltosa, alla persona che lo sorregge, la possibilità di entrare in contatto in modo leggero tanto con essa, quanto con gli altri.
Una corazza di rigidità, paura e rabbia può ingabbiare la persona con disabilità al punto tale da indurla ad un vero e proprio ritiro dalle scene. La casa, la famiglia, il/la partner diventano contesto di rifugio. La casa, fortino di difesa dal mondo esterno, diventa scenario di dinamiche, spesso ripetute, di dipendenza simbiotica fisica ed emotiva, ma anche di conflitto tra la persona con disabilità e coloro che se ne occupano. Si va ad instaurare un rapporto in cui le frustrazioni, il nervosismo, le angosce e i sensi di colpa di tutti si manifestano in una danza fatta di litigi accessi, cure morbose, paranoie e aspettative disilluse.
La disabilità, indipendentemente da quando si presenti, coinvolge quindi tanto la persona singola quanto la famiglia e le persone care nella loro complessità che si trovano a riadattare la propria vita anche in funzione di tale componente.
Lo psicologo a domicilio per persone con disabilità psico-fisica
Quando la disabilità diventa un limite nel vivere e nell’uscire di casa, quando accedere ad uno studio di psicoterapia risulta essere impossibile per questioni pratiche e/o emotive, quando anche per i caregiver diventa faticoso accedere e far accedere ad uno spazio di terapia, allora lo psicologo può recarsi a casa della persona con disabilità e di coloro che si occupano di lei.
L’Associazione In-Verso offre, infatti, la possibilità di intraprendere percorsi di psicoterapia individuale e/o familiare a domicilio proprio nell’ottica di poter permettere anche a chi, per cause di forza maggiore o per vissuti fortemente provanti, non riesce ad accedere ad uno spazio altro.
Nell’ottica di iniziare a vedere la disabilità non come un limite, ma come punto di ri-partenza, lo psicologo a domicilio si propone di sostenere tanto la persona con disabilità, quanto coloro che si prendono cura di lei, in un percorso di accettazione, crescita ed autonomia, al fine di focalizzare l’attenzione su risorse e potenzialità e cercando di superare pregiudizi, paure ed ansie interne ed esterne alla persona e al contesto di appartenenza, familiare e sociale.
Per fissare un primo colloquio gratuito con l’Associazione In-Verso contattaci al:
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Articolo redatto da
Dr.ssa Maria Adele Fasanella
13/07/2022